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XV EDIZIONE DE IL PRESEPE BIANCO DI TORRE DEL COLLE

clicca qui per scaricare il pieghevole della manifestazione

COMUNICATO STAMPA:

L' Istituto Comprensivo di Bevagna, la Pro-Loco di Torre del Colle, la Pro-Loco di Cantalupo-Castelbuono, la Parrocchia di S. Michele Arcangelo, Centro Sociale di Capro, Centro Sociale Anziani Madonna delle Grazie, Studio e ricerche tradizioni popolari umbre, con il patrocinio del Comune di Bevagna, la Regione Umbria, la Provincia di Perugia

promuove

GIOVEDI' 26 DICEMBRE 2013, DOMENICA 29 DICEMBRE 2013 e DOMENICA 5 GENNAIO 2014 dalle ore 16:30 alle ore 19:30 la XV edizione del PRESEPE BIANCO di TORRE del COLLE di BEVAGNA (PG) - tra storia e invenzione..percorso didattico dell' Istituto Comprensivo di Bevagna.

Il presepe bianco esce nuovamente dalle scuole di Bevagna e si sposta nel piccolo borgo di TORRE del COLLE, alla ricerca di un' atmosfera sospesa fra tradizione e misticismo.
Negli anni, l' appuntamento è diventato una tradizione fortemente sentita, avendo come protagonisti in primis l' Istituto comprensivo di Bevagna e la Pro Loco di Torre del Colle, oltre alle stesse famiglie, associazioni del territorio e la stessa amministrazione comunale.
Pronti quindi a ripercorrere emozioni forti, con costumi tipici dell' epoca ottocentesca, per rivivere le atmosfere georgiche rievocate dall' illustre bevanate ALESSANDRO ALEANDRI.
Presepe dalla veste tutta bianca..come bianchi sono la tela e il pane, ma bianco è anche il simbolo della purezza e dell' innocenza.
Bianco come sintesi e somma di tutti i colori che caratterizzano lo stupore negli occhi dei bambini.
Senza di loro, nessun presepe potrà essere, nè mai sarà..veramente bianco.

STORIA

L' illustre bevanate Alessandro Aleandri ha elaborato un saggio sulle acque dell'Attone, (Saggio georgico sulla proprietà dell'acque del torrente Lattone e commercio delle tele in Bevagna, Venezia 1785) nel quale ha descritto con dovizia di particolari la capacità del torrente di sbiancare i teli di canapa, senza uso di alcali o saponi, ma grazie unicamente alla preziosa peculiarità delle proprie acque.

Oggi, a distanza di 200 anni, la scuola, il Comune e le realtà territoriali si riappropriano di quello che fu patrimonio esclusivo di Torre del Colle. Servendosi di due personaggi inventati, la lavandara Sbianchina e il fantas(ma Candida, la scuola dell'infanzia di Cantalupo ha inscenato una breve drammatizzazione per far conoscere ai bambini l'antica pratica dello sbiancaggio.  Con l 'uscita alla Pesciarella di Torre del Colle, suggestivo tratto del fiume Attone, il  gruppo dei  piccoli ha avuto modo di di assistere ad una breve dimostrazione di come si lavavano i teli nell'800. guarda il video

PERCHE' A TORRE DEL COLLE IL PRESEPE BIANCO

Viaggiano su un carrozzone di legno tarlato che procede traballante per strade senza nome, senza una meta, senza un motivo. Camminano leggeri su questo mondo, senza lasciarsi incatenare da nessuna città; la loro casa è la terra intera. Sono “Artisti di strada” di duecento anni fa, un po’ poeti, un po’ filosofi, per metà figli del vento e per metà straccioni sgangherati. Non si sa da dove vengono e dove siano diretti, sappiamo solo che arrivano da lontano perchè hanno sentito parlare delle “... nostre tele, il cui perfetto biancheggio proviene soltanto dall’acque del nostro Lattone. L’attività di quest’acque è giunta a tal celebrità, ed ha a segno incantata la nobil curiosità di chi ha notizie di queste, che si furon qua trasferiti dalle più remote regioni soggetti anche ragguardevoli per essere spettatori di questa meraviglia.”. Come “nuovi Magi”, i “girovaghi” si avviano verso la Capanna: hanno anch’essi un dono per il Cristo appena nato: una tela da “sbiancare” nelle acque del torrente. Insieme a loro, andremo a spasso per Torre del Colle, tra verità storica e finzione teatrale. Dapprima verso il fiume, ricreato all’interno del borgo, per ascoltare il religioso e gioioso canto delle lavandare; quindi, risalendo, verso i vicoli, per rimanere affascinati dalla produzione della canapa e la lavorazione della tela, prima di essere sbiancata; infine, giù, alla “Festa del Pane”, fino alla “Natività”. Secondo molti studiosi del
mediterraneo antico, infatti, il villaggio natale di Gesù, Betlemme, significa “Casa del pane” ed era famoso per i suoi panificatori. Gesù nasce nella “Casa del pane” e, immediatamente dopo la sua nascita, viene deposto in una mangiatoia. Pane e mangiatoia: due elementi significativi nella storia del popolo di Israele. Quando, infatti, il popolo eletto lasciò l’Egitto e peregrinò attraverso il deserto alla volta della terra promessa, Dio gli diede per sfamarlo del pane disceso dal cielo, chiamato “manna”. Esso costituiva il sostentamento e la fonte della vita del popolo nel deserto. Con la nascita di Gesù, Dio non offre più agli uomini un pane derivato dagli elementi della terra, ma offre suo figlio, che diventa il pane della nostra vita. Non ci da semplicemente qualcosa di suo, ma sè stesso. Offrendoci sè stesso in forma di pane per la vita eterna, Gesù nasce nella città chiamata Betlemme, la “Casa del pane” , proprio per sottolineare questa realtà. Quindi viene deposto in una mangiatoia quasi come se fosse pronto per essere servito per la salvezza degli uomini. E questo pane, come la tela... è bianco; come si usava fare durante le festività. Bianco, perchè simbolizza l’indifferenziato, la perfezione trascendente, la luce, la redenzione. Una veste bianca indica castità, il trionfo dello spirito sulla carne, la vita santa. Non è un caso che il viaggio si concluda con l’immagine di una gioiosa scolaresca: perchè bianco è anche il simbolo di quella purezza, innocenza e pudore che ritroviamo negli occhi di tutti i bambini. Senza di loro nessun Presepe potrebbe essere, nè mai sarà... veramente Bianco.
Il regista
GRAZIANO PETRINI


INFORMAZIONI:
Tel 320 6457432

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