| | AD ASTRA
2014 - Marcello Rossetti
Per Leonardo la forma è dentro la materia. Per Burri la forma è la materia, per Boys la forma è il concetto, per Rossetti la forma è lo spazio. Quello spazio dove l’artista costruisce la sua realtà sensistica o la sua favola filosofica intellettuale, dove andrà a costruire nel tempo la sua leggenda personale. Il problema del rapporto (forma) Opera – spazio, assilla Marcello, ascoltarlo esporre il suo pensiero significa percorrere con lui strade e sentieri d’arte, dove egli ci conduce al superamento delle energie circolanti nella forma, in uno spazio plastico, dove il ritmo dinamico del suo credo d’arte, è la linea retta.
Il suo linguaggio non conosce la curva, dato che egli ha percorso la sua personale ricerca d’arte sviluppando la retta, arricchendola di volta in volta di elementi in tensione tra di loro, liberandoli dalle briglie dell’accademismo, trasportando così la materia sopra alle forze dinamiche che ha la retta a comporre lo spazio.
Nel fare scultura ogni volta si è obbligati ad affrontare il problema dell’Opera – spazio, dualismo questo, che affligge molti scultori e personalmente credo che Rossetti in queste sue ultime proposte lo abbia affrontato superando molte di queste problematiche.
Buccioni diceva che la forma doveva avere una sua forza autonoma nel prolungare l’ opera nello spazio. Ma la scultura è obbligatoriamente non solo retta, ma è anche volume e questo Marcello Rossetti lo fa diventare un ulteriore opportunità di gioco, attraverso soluzioni rigorosamente equilibrate, cercando di non cadere nell’astrattismo geometrico e del costruttivismo dei maestri del ‘900.
Caro Marcello, purtroppo lo spazio alla fine rimane sempre il contenitore e l’ opera il contenuto e questo problema resterà aperto fino a quando qualcuno non riuscirà ad eliminare lo spazio e far si che, la forma diventi il contenitore e lo spazio il contenuto.
Ma noi siamo uomini, semplici artisti, non siamo – IO, perciò accontentiamoci di cercare di riempire lo spazio, con del contenuto cosa che non è poco.
Con sincera stima, grazie
Paolo Massei
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